Tradizioni natalizie genovesi e qualche idea per portarle in tavola

ghirlanda natalizia genovese per pandolce

Quest’anno per Natale ho scelto di rispolverare alcune tradizioni genovesi che si perdono nella memoria dei vecchi, quelle fatte di grandi e piccoli riti che ogni bambino genovese una volta viveva  con l’avvicinarsi della Notte Santa. E ho pensato anche ad un paio di idee per far rientrare in casa un poco di quelle antiche abitudini permettendogli così di continuare a vivere.

Cominciamo dalla storia…

Il Natale genovese

Protagonista indiscusso delle  festività natalizie a Genova è sempre stato l’alloro, l’originale albero di Natale Genovese. L’abete ha infatti iniziato a diffondersi come decorazione natalizia solo intorno agli anni ’70 inseguendo tradizioni nord-europee e anglo-americane. Prima, ma molto prima, era l’alloro la pianta che simboleggiava il natale e che adornava strade, case e tavole dei genovesi. L’alloro, quale simbolo ancestrale di pace e di prosperità.

Era  un grosso ceppo d’alloro  il “Confêugo” che gli Abati del Popolo, rappresentanti le Podesterie di Bisagno, Polcevera e Voltri, sin dagli inizi del 1300 portavano in dono alla Vigilia di Natale al Podestà prima, al Capitano poi e infine al Doge,  quale augurio delle popolazioni che vivevano fuori porta.

Il Confeugo veniva consegnato all’autorità davanti a Palazzo Ducale, dove veniva acceso e spento con una brocca di zucchero, vino e confetti. La fumata che ne conseguiva, a seconda che fosse dritta o storta, pronosticava la risoluzione dei problemi da cui era afflitta la città. La popolazione, poi, si contendeva i resti delle braci perché, si diceva, avessero proprietà magiche e portassero fortuna.

Ogni anno l’antica cerimonia del Confeugo si ripete con Sindaco e Priore della Compagna rappresentano rispettivamente il Doge e l’Abate. Quest’anno la manifestazione del Confeugo si terrà il 22 dicembre.

Sempre alloro era quello che un tempo veniva donato per Natale dalle lattaie che portavano il latte alle famiglie cittadine dalle colline dell’entroterra genovese. E ancora con una grande “ramma” d’alloro macellai e rosticcieri della città erano soliti decorare le loro botteghe.

Nelle case, poi, le famiglie usavano addobbare un grosso ramo d’alloro, “u cimello”, con arance, mandarini, dolci, maccheroni di natale (i così detti “Natalini” che si mangiano in brodo la sera di Natale) e frutta secca: i fichi che i contadini liguri seccavano al sole, le noci che erano sinonimo di denaro e prosperità e le prugne secche, a Genova chiamate anche «damasco» per l’originaria provenienza dalla Siria. Tutte queste oggetti erano legati all’albero con nastrini rossi e bianchi, i colori della città di Genova (la bandiera della Repubblica genovese è infatti costituita da una croce rossa in campo bianco).

Infine il pandolce, il dolce natalizio genovese per eccellenza, veniva sempre portato in tavola con un piccolo ramo d’alloro ben piantato nel centro, per augurare a tutta la famiglia pace e fortuna. 

 

Idea natalizia n°1: una ghirlanda di alloro per il pandolce.

ghirlanda natalizia genovese per pandolce

Quest’anno la prima idea natalizia è stata questa: una ghirlanda d’alloro decorata con frutta secca, noci e nastri bianchi e rossi pensata per la tavola, per circondare e impreziosire il pandolce genovese.  Una ghirlanda che racchiude sia la tradizione de “u cimello”, sia quella del rametto benaugurale inserito nel pandolce. Una decorazione che non appaghi solo la vista ma che possa essere anche gustata in famiglia alla chiusura del pranzo Natalizio.

 Poiché l’arte di intrecciar fiori non mi appartiene, per realizzare questo piccolo progetto ho chiesto aiuto alla mie amiche Elisabetta e Silvia della scuola di decorazione floreale Floratigula. Insieme abbiamo sviluppato il progetto e abbiamo filmato – tra ansie e risate varie – il video-tutorial che trovate qui sotto.

Il meraviglioso pandolce che parla da sé ci è stato regalato dalla pasticceria Pannarello , mentre la bellissima frutta secca (che è stata scelta pezzo per pezzo facendo quasi scappare la pazienza alla santa Alessia) ci è stata regalata dalla bottega dei Fratelli Armanino, una tra le mie botteghe storiche preferite.

Adesso gustati il video, di cui  peraltro sono molto orgogliosa: è una delle mie prime esperienze cinematografiche!  Subito dopo troverai un’elenco con tutto l’occorrente e alcune indicazioni pratiche per realizzare a casa la ghirlanda che hanno fatto Silvia e Elisabetta.

 

 


Cosa ti serve per realizzare la ghirlanda dolce natalizia:

un pandolce genovese lievitato da 1/2  kg

una alzatina in vetro

2 rettangoli 20 x 30 cm di rete da pollaio (si trova dal ferramenta).

Una spugna per fiori tipo Oasis (si trova dal fiorista)

fil di ferro verde da giardino (si trova dal ferramenta)

forbici da ferro

stuzzicadenti in legno lunghi e corti

nastro verde per avvolgere gli stuzzicadenti

30 cimette di alloro fresche

20 fette di arance secche (se avanzano poco male)

20 fette di limoni secche (idem)

20 prugne con nocciolo

20 albicocche disidratate

15 ciliegie candite

10 fette di mela disidratata

15 noci

1,5 m di cordoncino rosso e bianco oppure di nastri rossi e bianchi

ghirlanda natalizia genovese per pandolce

Alcuni consigli pratici:

Il pandolce genovese che vedi nel video e nella foto è da ½ chilo, con un diametro di 16 cm circa. Sulla base della sua circonferenza –  25 cm circa  – è stato calcolato tutto l’occorrente. Va da se che se vuoi abbellire un pandolce più grande devi procurarti più materiale.

Se non hai un’alzatina in vetro puoi facilmente sostituirla fissando (con nastro biadesivo o con colla a caldo) un piatto sopra ad un bicchiere capovolto.

Silvia e Elisabetta hanno poi tagliato due rettangoli di rete da pollaio con le forbici da ferro e hanno ricavato  8 rotolini di spugna Oasis della lunghezza di 6 cm circa ritagliandoli da un cubo di spugna più grosso. Non è però necessario che siano dei cilindri di spugna, basta fare dei piccoli parallelepipedi con una base di 1,5 cm x 1,5 cm.  Hanno quindi arrotolato 4 rotolini di oasis in ciascun rettangolo di rete e fermato il tutto con del fil di ferro creando così 2 salsicciotti lunghi circa 26-27 cm. Hanno, quindi, legato insieme con il fil di ferro le estremità dei due salsicciotti modellando la corona di supporto da sistemare intorno al pandolce.

Per la base della ghirlanda Silvia e Elisabetta hanno scelto cimette di alloro fresco, con la foglia piccola, della lunghezza di circa 7- 8 cm e con 4-6 foglie ciascuna. I rametti sono stati direttamente infilzati nella spugna della corona di supporto, in modo uniforme ma senza che risultasse una ghirlanda troppo fitta. Se necessario, come nel video, alcune fogliesi possono aggiungere alle fine.

Tutta la frutta secca è stata infilzata negli stuzzicadenti e poi sistemata tra le foglie di alloro a gruppi. Per camuffare gli stuzzicadenti li hanno coperti con del nastro verde da fioraio ma per semplicità si possono anche lasciare naturali, basta che siano coperti dalle foglie.

In ricordo dei colori della bandiera genovese, poi, dei cordoncini bianchi e rossi sono stati aggiunti ai lati della corona in modo da pendere sulla tavola (sono stati semplicemente fissati infilzandoli nel mezzo con uno stuzzicadenti). Noi li abbiamo trovati nella fornitissima Merceria Altri Tempi di Via di Scurreria (finalmente una merceria gestita da ragazze giovani e appassionate!). Se non li trovate potete sostituirli con dei più semplici nastrini di raso rosso e bianco.

Dulcis in fundo, al centro del pandolce, come vuole tradizione, è stato inserito un ciuffo di alloro!

Visto che la corona è a contatto con il pandolce, la spugna da fioriste non è stata imbevuta d’acqua, l’alloro quindi non ha modo di bere. Per questo la corona è tanto bella quanto effimera: dura fresca 3 giorni poi comincia lentamente a seccare.  Ti consiglio quindi di prepararla uno o due giorni prima del giorno di Natale.

Sarà un bellissimo centrotavola e al momento del dolce avrete già in tavola pandolce, frutta secca e noci per festeggiare!

ghirlanda natalizia genovese per pandolce

.


Idea natalizia n°2: una versione rivisitata del “cimello”

 

La ghirlanda è stato il primo progetto che abbiamo realizzato. Poi sull’onda dell’entusiasmo abbiamo deciso di proporre anche una versione un po’ “stilosa” del tradizionale cimello, il ramo di alloro adornato di frutta secca, maccheroni e nastri che adornava le case genovesi a Natale.

Abbiamo pensato ad un sovrapporta, che dia il benvenuto agli ospiti sulla soglia di casa o su quella della sala da pranzo.

Io ho lanciato l’idea, Elisabetta e Silvia hanno messo insieme i pezzi – in senso stretto e in senso lato – e hanno creato questa meraviglia (non vi sto a raccontare quanto è stato difficile trovare una collocazione ai maccheroni di Natale, così lunghi e ingombranti. Hanno fatto una magia!).

A te il video per farlo a casa se vuoi metterti alla prova!

Cosa ti occorre per realizzare il nostro cimello:

Un’asticella di legno 80x3x1 cm

3 metri di fettuccia rossa alta 3 cm

Colla vinilica e pennello

Una gabbietta 10×10 con all’interno spugna per fiori tipo Oasis (si trova dal fiorista)

2 viti autofilettanti

cacciavite

2 triangolini per appendere i quadri e i relativi chiodini

stuzzicadenti in legno lunghi e corti

nastro verde per avvolgere gli stuzzicadenti

8/10 rami di alloro lunghi almeno 40 cm

30 cimette di alloro fresche

8 maccheroni di Natale

4 mt di fettuccia rossa alta 5 cm

10 fette di arance secche (se avanzano poco male)

10  fette di limoni secche (idem)

8/10  grappoli di bacche di corbezzolo

10 prugne con nocciolo

10 albicocche disidratate

5 fette di mela disidratata

10 noci

4 mt di fettuccia a righe bianca e rossa (potete anche metterla solo bianca)

 

Alcuni consigli pratici:

Come per la ghirlanda, la frutta secca e le noci sono state infilzate negli stuzzicadenti.

Inoltre, anche in questo caso, la spugna non è bagnata con acqua, per cui l’alloro tenderà a seccare dopo 3/4  giorni. E’ consigliabile quindi prepararlo un paio di giorni prima di Natale.

 


 

Ti è piaciuto questo post?  Iscriviti alla mia NEWSLETTER e non perderti i prossimi!

[yikes-mailchimp form=”1″]

 


 

ghirlanda natalizia genovese per pandolce

 

 

 

Ciao! I’m Enrica

a home cook, food researcher and experience curator bred and born in Liguria.
I study, tell, cook, share and teach Ligurian cuisine and the culture surrounding it.
Here we celebrate Liguria’s gastronomic diversity and richness through its recipes, producers, traditions and shops.

My Book

Travel design

You may also like

Il mio aperitivo ligure e la ricetta della salvia fritta

Il mio aperitivo ligure e la ricetta della salvia fritta

Ti è mai capitato di non essere in tempo per organizzare qualcosa di divertente da fare di domenica? Oppure di voler mangiare con gli amici ma di aver poco e nulla da cucinare? A me succedono spesso entrambe le cose. A esempio... Un paio di domeniche fa mi sono...

leggi tutto
Ecco il mio ultimo video su Genova e la sua cucina!

Ecco il mio ultimo video su Genova e la sua cucina!

Ciao! Finalmente posso raccontarti la mia ultima avventura “cinematografica”! Lo scorso giugno sono stata contattata da Culture Trip per girare un video su Genova. Dopo incalzanti scambi di e-mail organizzative abbiamo fatto le riprese i primi di settembre e...

leggi tutto
Farinata, finalmente anche a casa.

Farinata, finalmente anche a casa.

Ho sempre avuto un rapporto conflittuale con la farinata. Amore sincero e spassionato se comprata già pronta, odio profondo misto a sconforto se preparata a casa. Si, la farinata non mi è mai venuta. Troppo alta, troppo sottile, bruciata sopra cruda sotto, e...

leggi tutto

Join me on my food journeys