Questa ricetta di fiori di zucca al forno è uscita dalla mia cucina inaspettata. La settimana scorsa ho tenuto il mio primo corso intensivo di cucina (due giorni) a Cervo. La mia ospite era Julie, una personal chef della Florida in vacanza in Italia in cerca di ispirazione per nuovi piatti da proporre ai suoi clienti.
Sono stati giorni impegnativi in cucina. Julie del resto era venuta per imparare nuove ricette e quindi dovevamo cucinare il più possibile. Così abbiamo preparato non solo le ricette che avevo pianificato con tanta attenzione, ma anche ogni altro piatto ligure che mi è capitato di nominare cammin facendo. Uno di questi sono proprio i fiori di zucca ripieni.
La mattina presto del secondo giorno, anche come parte della “food experience”, eravamo andate a prendere l’olio da Marino, il contadino che cura il nostro piccolo uliveto di famiglia. Al nostro arrivo lui aveva appena finito di raccogliere tantissimi fiori di zucca, o meglio fiori di trombette, una varietà di zucchino rampicante che cresce nel ponente ligure.
Quando li ho visti nella cassetta, così belli e solari, praticamente pensando ad alta voce ho pensato: “Mmmm, questi sarebbero perfetti fatti al forno ripieni!”. Julie mi ha sentito, ha fatto un salto, si è illuminata e mi ha chiesto “possiamo prepararli per il pranzo? Di solito io li faccio fritti, non li ho mai mangiati al forno!”.
E così, anche per buona pace della mia rigorosa tabella di marcia, siamo tornate a casa con la 500 piena di latte d’olio e una bella cassa di sorridenti fiori di zucca.
Fortunatamente avevo stipato dispensa e frigo in vista delle giornate in cucina, così tutti gli ingredienti, erbe fresche nell’orto incluse, erano a già a nostra disposizione.
La ricetta di questi fiori di zucca ripieni al forno è facile e veloce da preparare. Gli ingredienti per il ripieno sono semplici: patate, uova, parmigiano ed erbe aromatiche, il cui sapore all fin fine caratterizza il piatto. Visto che Julie amava la maggiorana, noi abbiamo usato solo quella senza aggiungere il prezzemolo. Il gusto è risultato più floreale. Volendo si può aggiungere anche una spolverata di noce moscata, ma pochissima.
In effetti, mi piace giocare con erbe e spezie, improvvisando ogni volta. Probabilmente è un’eredità di mia nonna che raramente seguiva ricette e per lo più di altre cucine regionali.
Alla fine, Julie ed io nella mia piccola cucina cervese (peraltro senza lavastoviglie …) abbiamo cucinato ininterrottamente per due giorni, nutrito molte persone (avevo invitato vari amici a pranzo e a cena per approfittare di tutte le cose buone che sarebbero state messe in tavola) e passato delle ore piacevoli al riparo da un paio di temporali estivi. Anch’io, da parte mia, ho imparato molto. Avere una chef professionista che ti cucina accanto è una bella opportunità per imparare osservando (nel mio caso, ad esempio, come tenere pulito il grembiule dopo 8 ore in cucina …).
Con questo post oltre che la mia esperienza con Julie voglio condividere anche una bella notizia: domenica scorsa il blog e le mie lezioni di pesto sono state menzionate sul quotidiano inglese The Guardian! Sono così felice ed onorata. Tutto merito di Elena, fondatrice di Foody il portale italiano di esperienze enogastronomiche, ch ha portato Liz Boulte, la giornalista inglese, a fare il pesto da me. E’ stata una bella lezione, spesa per lo più a parlare di Genova, delle sue meraviglie e del suo glorioso passato. Non speravo di venir menzionata nell’articolo che stava preparando e…. invece si! Una lezione con me è tra le esperienze che si raccomanda di fare a Genova, evviva!
Adesso invece la ricetta…
Ingredienti
- 3 patate medie
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, oltre a quello per ungere la teglia
- 10 fiori di zucca
- 4 uova
- 3 cucchiai di ricotta
- 3 cucchiai di parmigiano grattugiato fresco
- 1 cucchiaino di foglie di maggiorana, tritate
- 1 cucchiaio di prezzemolo fresco, tritato
- sale
- Pepe
- 1 tazza di pan grattato
Istruzioni
- Lavate le patate, mettetele con la buccia in una pentola piena d’acqua fredda e fate bollire per circa 35 minuti o finché non saranno tenere. Scolatele, sbucciatele e schiacciatele ancora calde.
- Mettete le patate in una ciotola, aggiungete 2 uova, la ricotta, il parmigiano, le foglie di maggiorana e il prezzemolo. Mescolate, assaggiate e condite con sale e pepe a vostro piacimento.
- Pulite i fiori di zucca sotto l'acqua, rimuovete il pistillo interno con un paio di forbici facendo attenzione a non rovinare la corolla.
- Preriscaldate il forno a 180 °C. Coprite una teglia con carta da forno e versate alcune gocce d'olio d'oliva per ungere la base.
- Sbattete due uova in un piatto fondo e versare in pangrattato in un piatto piano.
- Riempite ad uno ad uno i fiori di zucca con il ripieno di patate (potete usare una sac-a-poche per aiutarvi), passateli nell'uovo sbattuto, togliendo l'eccesso, e quindi nel pan grattato. Adagiateli poi nella teglia.
- Irrorate con un filo d’olio extra vergine d'oliva e sale e infornate.
- Cuocere per circa 30 minuti o fino a quando la superficie non sarà dorata.
- Serviteli caldi o tiepidi.
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Con Julie abbiamo cucinato così tanti piatti! Tra gli altri abbiamo preparato il polpettone di fagioli, quelli appena raccolti dalla mia contadina di fiducia Anna, e fritto un po’ di salvia per aperitivo (una buona ricetta è quella di Giulia).
Abbiamo preparato anche trenette al pesto, pansotti con salsa di noci e ravioli di carne alla genovese. La ricetta dei ravioli non è ancora sul blog, la pubblicherò presto. Per ora potete dare un’occhiata a quella di Francesca, che è un’ottima cuoca.
Come secondi invece una torta di verdure con zucchine trombette (la ricetta è la stessa della torta di bietole o quella di carciofi, basta cambiare l’eroe vegetariano), i ripieni di verdura e coniglio brasato alla ligure (mancano entrambe le ricette, farò presto ammenda!)
Infine come dolci, con tutto l’olio che abbiamo preso, abbiamo preparato la stroscia di Pietrabruna e il giorno dopo con le uova fresche comprate sempre da Anna abbiamo preparato il latte dolce fritto.
Cambiando discorso, ma neanche tanto, vi segnalo un bellissimo articolo pubblicato negli anni 90 sul New York Times che descrive la cucina di Genova una cucina povera, “A Cuisine of Humble Origin“, è molto interessante ed accurato (a parte il fatto che alcuni dei ristoranti menzionati non esiste più! ).
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